|
|||||
|
|
Lo scrigno dei simboli. Viaggio in The Tower di William Butler Yeats con introduzione e supervisione a cura di Marcello Corrente |
|
|
|
|
|
|
|||
|
Prima edizione sold out
|
Sinossi Questo saggio critico si propone di indagare gli aspetti linguistici,
letterari e culturali più significativi della raccolta poetica di William
Butler Yeats The Tower (1928), partendo
dallo studio e dall’analisi di quattro simboli che, in modo diverso ed esclusivo,
assumono nelle poesie un ruolo rilevante, ovvero la Torre, il Cigno, la Luna
e l’Unicorno. Il
simbolo, strumento di elezione della voce poetica yeatsiana,
è - come chiarisce l’autore stesso in un saggio scritto su William Blake -
“the only possibile expression
of some invisible essence,
a transparent lamp about a spiritual flame”. Il
linguaggio polisemico, d’ispirazione blakiana, con
cui W. B. Yeats crea e sostanzia nelle sue poesie certe immagini visionarie,
sicuramente innovative e originali, ma talvolta anche conturbanti e
complesse, viene esaminato in questo libro non solo in relazione alla matrice
pittorica e figurativa, che gli deriva dalle prime esperienze giovanili e dall’influenza
del padre (pittore affiliato al gruppo dei Preraffaelliti), ma anche in
relazione alla formazione esoterica e alle esperienze fatte dal poeta negli
anni della maturità. La Torre, che dà
il titolo alla raccolta, è Thoor Ballylee, monumento di epoca normanna, che per numerosi
anni fu la residenza estiva del poeta e della sua famiglia. Il desiderio di
isolamento intellettuale e di contemplazione mistica, che trova nella Torre
il luogo ideale in cui essere realizzato, si fonde con l’urgenza del poeta
(sentita come una “missione” personale) di recuperare il valore mitico e
culturale delle tradizioni e delle testimonianze storiche del proprio paese,
che costituiscono un patrimonio da preservare, valorizzare e rilanciare per
una rinascita culturale irlandese.
Il Cigno, visto
nell’incanto del suo splendore estetico, nella sua mitica bellezza apollinea,
è preso in considerazione dall’autrice anche nei suoi aspetti più misteriosi
ed enigmatici, nei suoi risvolti oscuri e inquietanti che trovano una ragion
d’essere nell’innata “consapevolezza” di questa creatura di avere dinanzi a sé
una vita breve e di dover morire in solitudine: il canto languido e triste,
che notoriamente accompagna l’atto finale del suo percorso terreno,
rappresenta il momento più alto e celebrativo della sua esistenza. La
Luna è un simbolo che occupa nel pensiero e nell’opera del poeta una
posizione privilegiata e importante, perché, secondo le teorie esoteriche da
lui recepite e poi liberamente interpretate, influenza con le sue fasi
cicliche la crescita, l’evoluzione psicologica e il carattere di ogni singolo
uomo fin dalla nascita; non solo, con la sua rotazione ciclica, essa regola e
condiziona inoltre la successione delle varie epoche storiche (di durata
secolare o millenaria), alternando fasi in cui dominano forze oggettive a
fasi in cui dominano forze soggettive. L’Unicorno, animale
chimerico, dotato di una forza irrefrenabile e dominante, associato fin dai
primi secoli dopo Cristo alla figura della Vergine e del Salvatore, viene
rivisitato da Yeats in chiave esoterica, per cui la sua figura assume una
semantica nuova, completamente rovesciata rispetto a quella tramandata dalla
cultura cristiana, tanto da arrivare a ricoprire nell’universo poetico di
Yeats il ruolo di un Anticristo liberatore. L’autrice del libro si
sofferma ad analizzare queste figure simboliche non solo nella raccolta
poetica del 1928, ma anche in quei testi yeatsiani che
presentano degli evidenti richiami intertestuali con The Tower. Il suo studio si estende e si
focalizza quindi anche su opere che precedono e seguono cronologicamente
questa raccolta, inglobando poesie del periodo giovanile e del periodo
senile. Esposta ai venti oceanici
che si spostano in modo imprevedibile e impetuoso dalla terra ferma verso
l’Atlantico e dall’Atlantico verso la terra ferma, Thoor
Ballylee sembra racchiudere e proteggere
magicamente nel suo stato diroccato simboli, storie e reminiscenze di
personaggi che sono vissuti lì nei decenni passati, conservandone memoria e
senso condensati in immagini concise e rarefatte, al pari di uno scrigno
usurato dal tempo, che custodisce gemme preziose di un lontano passato da
mostrare nel loro valore speciale alle generazioni presenti e a quelle
future. Scheda bibliografica
Formato libro: 25,6 (h)
x 18,5 (l) x 2,8 (p) Copertina a colori, semirigida, lucida con aletta e segnalibro ISBN 978-88-940614-2-0
(Paper Book) DOI
10.97888940614/20 ISBN 979-12-80367-02-0 (eBook) DOI
10.9791280367/020 Interview with the Author http://www.radiorosbrera.com/2019/10/26/fabrizio-catalano-con-alessandra-avino/ Presentazione del libro 13 dicembre 2019 -
17.30 Piazzale Clodio
26/A - Roma |
|
||
|
|
|
|||
|
|||||
Come ordinare
i nostri libri Per ordinare i libri disponibili in catalogo basta inviare
un’e-mail all’indirizzo ordini@laquerciafiorita.it,
indicando il proprio Nome, Cognome, indirizzo completo e
numero di copie desiderate. I libri saranno spediti al destinatario con posta prioritaria. I tempi di
consegna sono velocissimi: 5-7 giorni feriali in tutta Italia, isole
comprese. In genere applichiamo uno sconto del 15 % su tutti i libri
acquistati in modalità pre-pagata, ovvero con
bonifico bancario, bonifico postale o Paypal. La spedizione dei libri viene fatta con posta prioritaria semplice, con posta prioritaria tracciabile o in contrassegno su indicazione
dell’acquirente. Per maggiori informazioni rimandiamo alla Sezione dedicata
agli ordini e agli acquisti presente sulla Home page del nostro sito in fondo a
destra. |
|
- I Cavalier poets. Un’inedita raccolta di
composizioni poetiche scritte da B. Jonson, T. Carew,
S. Godolphin, R. Herrick,
R. Lovelace e J. Suckling; con testo a
fronte, note esplicative e un saggio critico. |
- La
dama di maggio e i sonetti giovanili (Certaine Sonnets) di Philip Sidney. Questo libro offre
un’edizione critica del primo dramma pastorale in prosa
della letteratura inglese, che Sidney compose in
omaggio alla regina Elisabetta, e la prima
raccolta delle sue poesie pubblicate come “sundry
new additions” insieme ad Astrophil and Stella nel 1591. Si tratta di trentadue componimenti composti in forma di sonetti, liriche, canzoni, etc.: non solo sonetti, dunque, come vorrebbe fare intendere
il titolo, ma ben di più! |
- Il lamento di una
innamorata di William Shakespeare. |
- Pamfilia al suo Amfilanto di Lady Mary Wroth, l’unica sonnet sequence d’amore
del Rinascimento inglese scritta da una donna, pubblicata nel 1621
all’interno dell’opera maggiore della scrittrice, cioè Urania. I 48 sonetti che ne fanno parte contribuirono ad
accrescere la sua fama di donna emancipata e controcorrente, poiché parlavano
della storia d’amore di Pamfilia e del suo amante
ramingo e avventuriero, a cui non voleva rinunciare. La pubblicazione di quest’opera e la sua immediata diffusione suscitarono un enorme scandalo, perché fu
considerata (non senza qualche giustificazione) un roman à clef, cioè una storia che parlava di
fatti veri, mantenendo una facciata di finzione letteraria. |
- I poeti
metafisici inglesi. Un’antologia letteraria con i testi delle
più belle poesie della Scuola metafisica inglese scritte da E.
Benlowes, J. Cleveland, A. Cowley,
R. Crashaw, J. Donne, G. Herbert, Herbert of Cherbury, H. King, A. Marvell,
T. Traherne e H. Vaughan; con testo a
fronte, note esplicative e un saggio critico. |
- I quattro inni e
il canto nuziale di Edmund Spenser. Questa pubblicazione propone per la prima volta in ambito
italiano la traduzione dei quattro inni composti da Spenser
in età matura sotto l’influenza del Neoplatonismo - ovvero An Hymne in Honour of Love, An
Hymne in Honour of Beautie, An Hymne in Honour of Heavenly Love e An
Hymne in Honour of Heavenly Beautie - e in più
il Prothalamion, or a Spousal
Verse, pubblicato nel 1596, tre anni prima della sua morte. |
“Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che
i tuoi desideri sono desideri universali,
e che non sei solo,
né isolato da nessuno”, Francis Scott Fitzgerald