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Poesia del trauma, poesia del fango

Il naufragio dell’anima: l’esperienza del trauma bellico

ai tempi della Grande guerra nei diari, nelle lettere e

nei war poems di S. Sassoon e W. Owen  Vol. 2

 
di Marcello Corrente e Silvia Carrara

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Paper Book    28,00 Euro

 

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eBook (pdf)      22,00 Euro

 

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Vincitore del premio letterario

internazionale

Salvatore Quasimodo -

assegnato alla Sezione

“Saggio critico”, Edizione 2023

 

Vincitore assoluto del premio letterario

internazionale Charles Dickens

assegnato alla Sezione

“Saggio critico”, Edizione 2023

 

                         

 

Sinossi               

 

La scrittura poetica, diaristica ed epistolare inglese della Prima guerra mondiale fu per alcuni giovani soldati che andarono a combattere sul fronte, conosciuti col nome di war poets, un mezzo potente per esprimere e testimoniare un vissuto drammatico senza precedenti, ma anche un mezzo catartico assai utile per dare un senso all’insensatezza del presente lacerato dalla furia dei combattimenti, con la speranza di mantenere un contatto diretto, un dialogo aperto col mondo dei famigliari e degli amici rimasti in patria, che offrisse loro un po’ di affetto e di rassicurazione.

   Dopo una prima fase di adesione acritica agli ideali patriottici, che la propaganda di Stato esaltava in tutti i modi consentiti dietro volontà delle istituzioni politiche e militari, la visione della guerra per molti giovani mutò improvvisamene e la scrittura divenne uno strumento di denuncia e di protesta nei confronti di chi aveva fatto delle scelte scriteriate. Valutati i danni materiali e il numero di persone, che ogni giorno perdevano la vita sui campi di battaglia, la guerra si rivelò sotto gli occhi di tutti drammaticamente fuori controllo ed estremamente pericolosa.

   Condotta con mezzi moderni e armi altamente distruttive, la guerra determinò nel giro di un quinquennio la scomparsa di quasi una generazione di giovani e una devastazione su scala globale, che non si era mai vista prima, sebbene le nazioni occidentali, che la portavano avanti, si arrogassero il diritto di decidere le sorti progressive dei popoli, contrastando un nemico spietato e temibile, e volessero ergersi agli occhi del mondo a baluardo di civiltà. 

   Siegfried Sassoon e Wilfred Owen, due tra i più importanti e apprezzati war poets - su cui indagano gli autori di questo volume, offrendo un’analisi approfondita dei testi letterari da loro scritti negli anni della guerra -, testimoniano con una varietà di temi trattati, con la profondità e l’originalità che contraddistinsero il loro linguaggio poetico, con le continue contraddizioni che emergono a più livelli testuali, tutta la forza che li animò e i mutevoli sentimenti, che milioni di soldati come loro provarono nel corso di quel tragico quinquennio.  

   Diversi per formazione, carattere, background culturale e notorietà, i due poeti si conobbero durante il ricovero per shell shock nell’ospedale psichiatrico di Craiglockhart, sebbene ognuno con sintomi diversi e una storia personale alle spalle del tutto singolare.

   Scoprendosi affini sotto diversi punti di vista, finirono col sigillare una forte amicizia sulla base della comune passione per la Poesia. Col tempo il loro rapporto si trasformò in un profondo sodalizio letterario, nutrito da una comune visione della guerra, della poesia e della sua funzione critica e sociale, motivato da una sincera stima oltre che da un’attrazione fisica e intellettuale, che solo due menti simili alle loro e due anime mosse da uguale passione potevano provare.      

   Segnati da un destino diverso (Sassoon sopravvisse alla guerra, mentre il più giovane morì una settimana prima dell’Armistizio), entrambi divennero la voce poetica più rappresentativa di quella generazione perduta che, mossa all’inizio da grandi ideali patriottici, morì mietuta sui campi di battaglia senza poter ricevere a volte neppure una degna sepoltura in terra straniera

   Con la loro scrittura potente, poderosa, originale Sassoon e Owen raggiunsero risultati di notevole livello letterario, elevando la loro esperienza dal fango delle trincee alla gloria terrena del poeta testimone e profeta, che si fa guida per i propri commilitoni, ma anche faro e luce, col passare del tempo, per le future generazioni nella comprensione della Grande guerra - di quell’evento che cambiò per sempre la vita dei popoli, l’assetto delle nazioni e il corso della Storia, gettando le basi per l’altrettanto grave e distruttivo conflitto mondiale che seguì pochi decenni dopo, confermando come l’umanità non impari sempre dalle esperienze fatte, ma tenda a ripeterle ciclicamente con le stesse dinamiche e gli stessi risultati, riportando la Storia indietro nel tempo.  

 

Scheda bibliografica


Poesia del trauma, poesia del fango. Il naufragio dell’anima: l’esperienza del trauma bellico ai tempi della Grande guerra nei diari, nelle lettere e nei war poems di S. Sassoon e W. Owen / Marcello Corrente e Silvia Carrara. - Gorgonzola (MI): La quercia fiorita, 2022. - VIII, 391-842 p. : 48 ill. ; 25 cm. - (Literary studies and intercultural perspectives; 7)

          

Formato libro: 25,6 (h) x 18,5 (l) x 2,4 (p)

Copertina a colori, semirigida, lucida con aletta e Segnalibro

ISBN   978-88-940614-4-4    (Paper Book)

DOI     10.97888940614/44

ISBN   978-88-940614-9-9   (eBook)             

DOI     10.97888940614/99

 

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               Sommario                Start reading:            Indici Analitici 

                                             S. Sassoon - W. Owen

 

 

 

 

 

 

  

 

 

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In prossima uscita
 

- I Cavalier poets. Un’inedita raccolta di composizioni poetiche scritte da B. Jonson,  T.  Carew, S. Godolphin, R. Herrick, R. Lovelace e J. Suckling; con testo a fronte, note esplicative e un saggio critico.

La dama di maggio e i sonetti giovanili (Certaine Sonnets) di Philip Sidney. Questo libro offre un’edizione critica del primo dramma pastorale in prosa della letteratura inglese, che Sidney compose in omaggio alla regina Elisabetta, e la prima raccolta delle sue poesie pubblicate come “sundry new additions” insieme ad Astrophil and Stella nel 1591. Si tratta di trentadue componimenti composti in forma di sonetti, liriche, canzoni, etc.: non solo sonetti, dunque, come vorrebbe fare intendere il titolo, ma ben di più!

- Il lamento di una innamorata di William Shakespeare.

- Pamfilia al suo Amfilanto di Lady Mary Wroth, l’unica sonnet sequence d’amore del Rinascimento inglese scritta da una donna, pubblicata nel 1621 all’interno dell’opera maggiore della scrittrice, cioè Urania. I 48 sonetti che ne fanno parte contribuirono ad accrescere la sua fama di donna emancipata e controcorrente, poiché parlavano della storia d’amore di Pamfilia e del suo amante ramingo e avventuriero, a cui non voleva rinunciare. La pubblicazione di quest’opera e la sua immediata diffusione suscitarono un enorme scandalo, perché fu considerata (non senza qualche giustificazione) un roman à clef, cioè una storia che parlava di fatti veri, mantenendo una facciata di finzione letteraria.

- I poeti metafisici inglesi. Un’antologia letteraria  con i testi  delle più belle poesie della Scuola metafisica inglese scritte  da E. Benlowes, J. Cleveland, A. Cowley, R. Crashaw, J. Donne, G. Herbert, Herbert of Cherbury, H. King, A. Marvell, T. Traherne e H. Vaughan; con testo a fronte, note esplicative e un saggio critico.

- I quattro inni e il canto nuziale di Edmund Spenser. Questa pubblicazione propone per la prima volta in ambito italiano la traduzione dei quattro inni composti da Spenser in età matura sotto l’influenza del Neoplatonismo - ovvero An Hymne in Honour of Love, An Hymne in Honour of Beautie, An Hymne in Honour of Heavenly Love e An Hymne in Honour of Heavenly Beautie - e in più il Prothalamion, or a Spousal Verse, pubblicato nel 1596, tre anni prima della sua morte.

 


“Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali,

e che non sei solo, né isolato da nessuno”

 

 

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