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Semiotica dell’eros maschile
Rivelazione e sublimazione del desiderio fisico nel soggettivismo lirico di Philip Sidney, John Donne e

William Shakespeare
 
di Marcello Corrente

 

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Sinossi

 

Questo lavoro si propone di analizzare attraverso lo studio di tre dei più importanti canzonieri rinascimentali inglesi - Astrophil and Stella di Philip Sidney, i Songs and Sonnets di John Donne e i Sonnets di William Shakespeare - il concetto di eros maschile e quindi l’espressione del desiderio fisico nella sua manifestazione esplicita o implicita all’interno dei numerosi testi che compongono le tre raccolte poetiche, mettendo in luce non solo la pluralità dei significati che esso assume nella cultura e nella mentalità inglese dell’epoca, ma cercando anche di esplicitare quelle considerazioni e/o valutazioni che emergono, con minore e maggiore rilevanza, dal confronto dei più disparati punti di vista, a vari livelli d’interpretazione testuale, al fine di capire come nascono e si vengono a porre in relazione la trattazione letteraria dell’amore e la trattazione erotica della lingua nel soggettivismo lirico dei tre poeti. L’analisi prende come punto di partenza la convenzione della lirica petrarchesca e del sonetto elisabettiano - come istituzione letteraria entro cui è stata racchiusa, circoscritta e “distillata” l’esperienza amorosa del poeta (vera, fittizia o immaginaria) - e quindi la natura del linguaggio letterario (usato spesso in forma allusiva e ambigua, ma anche elusiva e obliqua), con il proposito di definire i contenuti meta-testuali e il mondo extra-testuale delle singole poesie. L’indagine è stata inoltre orientata alla scoperta della plurivocità e dei registri linguistici del codice d’amore: la seduzione verbale, l’esibizionismo maschile, le forme dell’osceno in contrapposizione al platonismo estetico della bellezza ideale e della cuncupiscientia animae. L’obiettivo che si desiderava raggiungere era quello di affrontare la questione dell’etica amorosa e il rituale del corteggiamento non solo in chiave strettamente letteraria, ricostruendo le origini del modello e decostruendolo nelle sue numerose varianti, ma di estendere il discorso a più livelli semantici, abbracciando, in particolare, quegli aspetti di natura storico-sociale, politica, etica e religiosa, che ad esso sono strettamente correlati; e di offrire, in definitiva, un’analisi completa della questione, che, pur partendo da uno studio particolare del canone letterario, fosse in grado di andare oltre lo studio generale del canone in sé. In questo lavoro si è cercato inoltre di stabilire la posizione e la relazione che si vengono a creare fra il corteggiatore (suitor) e la persona desiderata (mistress) in presenza di un virtuale lettore/ascoltatore, e di definire quindi la simmetria e il senso dei ruoli intra-testuali che essi ricoprono: in altri termini l’auto-rappresentazione del poeta, la costruzione della persona amata come oggetto ideale del desiderio fisico, e il  voyeurismo del lettore. Gli esiti, a cui si pervenuti alla fine di questo lavoro, dimostrano come i tre poeti elisabettiani hanno saputo, con intuizione moderna e spirito innovativo, adattare il canone del sonetto e della lirica d’amore (che la lunga tradizione petrarchesca aveva istituzionalizzato e codificato nel corso del tempo in forme sempre più rigide e fisse) alle proprie esigenze artistiche, giungendo, ognuno per strade diverse, a risultati estremamente originali e rilevanti sia dal punto di vista contenutistico che formale. Tutti e tre infatti, uscendo dalle ristrettezze imposte da quel genere letterario e rompendo coi suoi schemi in modo deliberato e intenzionale, riuscirono a rivitalizzarlo e a rafforzarlo, ampliandone incredibilmente le prospettive e le possibilità di utilizzo; a renderlo in definitiva più realistico e credibile, e quindi più vicino all’esperienza diretta dei loro lettori coevi e a quella delle generazioni future.

 

N. B. Questo libro è stato citato e recensito da John R. Roberts nel volume John Donne: An Annotated Bibliography of Modern Criticism, 1996-2012 (DigitalDonne: The Online  Variourum, USA, c2017); e da Yaakov A. Mascetti nel John Donne Journal, (32) 2013, 221-224.

 

 

 

Scheda bibliografica


Semiotica dell’eros maschile: rivelazione e sublimazione del desiderio fisico nel soggettivismo lirico di Philip Sidney, John Donne e William Shakespeare di Marcello Corrente. - Gorgonzola (MI): La quercia fiorita, c2010. - 510 p. : 38 ill. ; 25 cm. - (Literary studies and intercultural perspectives; 1) 

 

Formato libro: 25,6 (h) x 18,5 (l) x 4,4 (p)

Copertina a colori, semirigida, lucida con aletta

 

ISBN   978-88-901779-3-4 (Paper Book)

DOI     10.97888901779/34

ISBN   979-12-80367-04-4 (eBook)

DOI     10.9791280367/044

 

 

 

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In prossima uscita

 

- I Cavalier poets. Un’inedita raccolta di composizioni poetiche scritte da B. Jonson,  T.  Carew, S. Godolphin, R. Herrick, R. Lovelace e J. Suckling; con testo a fronte, note esplicative e un saggio critico.

- La dama di maggio e i sonetti giovanili (Certaine Sonnets) di Philip Sidney. Questo libro offre un’edizione critica del primo dramma pastorale in prosa della letteratura inglese, che Sidney compose in omaggio alla regina Elisabetta, e la prima raccolta delle sue poesie pubblicate come “sundry new additions” insieme ad Astrophil and Stella nel 1591. Si tratta di trentadue componimenti composti in forma di sonetti, liriche, canzoni, etc.: non solo sonetti, dunque, come vorrebbe fare intendere il titolo, ma ben di più!

- Il lamento di una innamorata di William Shakespeare.

- Pamfilia al suo Amfilanto di Lady Mary Wroth, l’unica sonnet sequence d’amore del Rinascimento inglese scritta da una donna, pubblicata nel 1621 all’interno dell’opera maggiore della scrittrice, cioè Urania. I 48 sonetti che ne fanno parte contribuirono ad accrescere la sua fama di donna emancipata e controcorrente, poiché parlavano della storia d’amore di Pamfilia e del suo amante ramingo e avventuriero, a cui non voleva rinunciare. La pubblicazione di quest’opera e la sua immediata diffusione suscitarono un enorme scandalo, perché fu considerata (non senza qualche giustificazione) un roman à clef, cioè una storia che parlava di fatti veri, mantenendo una facciata di finzione letteraria.

- I poeti metafisici inglesi. Un’antologia letteraria  con i testi  delle più belle poesie della Scuola metafisica inglese scritte  da E. Benlowes, J. Cleveland, A. Cowley, R. Crashaw, J. Donne, G. Herbert, Herbert of Cherbury, H. King, A. Marvell, T. Traherne e H. Vaughan; con testo a fronte, note esplicative e un saggio critico.

- I quattro inni e il canto nuziale di Edmund Spenser. Questa pubblicazione propone per la prima volta in ambito italiano la traduzione dei quattro inni composti da Spenser in età matura sotto l’influenza del Neoplatonismo - ovvero An Hymne in Honour of Love, An Hymne in Honour of Beautie, An Hymne in Honour of Heavenly Love e An Hymne in Honour of Heavenly Beautie - e in più il Prothalamion, or a Spousal Verse, pubblicato nel 1596, tre anni prima della sua morte.

 


“Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali,

e che non sei solo, né isolato da nessuno”, Francis Scott Fitzgerald

 


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