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Semiotica dell’eros maschile William Shakespeare |
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Paper Book → 32,00 Euro 15% di sconto con pre-pagamento → 27,50 Euro ********************************************** eBook (pdf) → 26,00 Euro ********************************************** |
Sinossi Questo lavoro si propone di analizzare
attraverso lo studio di tre dei più importanti canzonieri rinascimentali
inglesi - Astrophil and Stella di Philip Sidney, i Songs and Sonnets
di John Donne e i Sonnets
di William Shakespeare - il concetto di eros maschile e quindi l’espressione
del desiderio fisico nella sua manifestazione esplicita o implicita
all’interno dei numerosi testi che compongono le tre raccolte poetiche,
mettendo in luce non solo la pluralità dei significati che esso assume nella
cultura e nella mentalità inglese dell’epoca, ma cercando anche di
esplicitare quelle considerazioni e/o valutazioni che emergono, con minore e
maggiore rilevanza, dal confronto dei più disparati punti di vista, a vari
livelli d’interpretazione testuale, al fine di capire come nascono e si vengono
a porre in relazione la trattazione
letteraria dell’amore e la trattazione
erotica della lingua nel soggettivismo lirico dei tre poeti. L’analisi prende come punto di
partenza la convenzione della lirica petrarchesca e del sonetto elisabettiano
- come istituzione letteraria entro cui è stata racchiusa, circoscritta e
“distillata” l’esperienza amorosa del poeta (vera, fittizia o immaginaria) -
e quindi la natura del linguaggio letterario (usato spesso in forma allusiva
e ambigua, ma anche elusiva e obliqua), con il proposito di definire i
contenuti meta-testuali e il mondo extra-testuale delle singole poesie.
L’indagine è stata inoltre orientata alla scoperta della plurivocità
e dei registri linguistici del codice d’amore: la seduzione verbale, l’esibizionismo
maschile, le forme dell’osceno in contrapposizione al platonismo estetico
della bellezza ideale e della cuncupiscientia animae. L’obiettivo
che si desiderava raggiungere era quello di affrontare la questione
dell’etica amorosa e il rituale del corteggiamento non solo in chiave
strettamente letteraria, ricostruendo le origini del modello e decostruendolo
nelle sue numerose varianti, ma di estendere il discorso a più livelli
semantici, abbracciando, in particolare, quegli aspetti di natura storico-sociale,
politica, etica e religiosa, che ad esso sono strettamente correlati; e di
offrire, in definitiva, un’analisi completa della questione, che, pur
partendo da uno studio particolare del canone letterario, fosse in grado di
andare oltre lo studio generale del canone in sé. In questo
lavoro si è cercato inoltre di stabilire la posizione e la relazione che si
vengono a creare fra il corteggiatore (suitor) e la persona desiderata
(mistress)
in presenza di un virtuale lettore/ascoltatore, e di definire quindi la
simmetria e il senso dei ruoli intra-testuali che essi ricoprono: in altri
termini l’auto-rappresentazione del poeta, la costruzione della persona amata
come oggetto ideale del desiderio fisico, e il voyeurismo del lettore. Gli esiti, a cui si
pervenuti alla fine di questo lavoro, dimostrano come i tre poeti
elisabettiani hanno saputo, con intuizione moderna e spirito innovativo,
adattare il canone del sonetto e della lirica d’amore (che la lunga
tradizione petrarchesca aveva istituzionalizzato e codificato nel corso del
tempo in forme sempre più rigide e fisse) alle proprie esigenze artistiche,
giungendo, ognuno per strade diverse, a risultati estremamente originali e
rilevanti sia dal punto di vista contenutistico che formale. Tutti e tre infatti,
uscendo dalle ristrettezze imposte da quel genere letterario e rompendo coi
suoi schemi in modo deliberato e intenzionale, riuscirono a rivitalizzarlo e
a rafforzarlo, ampliandone incredibilmente le prospettive e le possibilità di
utilizzo; a renderlo in definitiva più realistico e credibile, e quindi più
vicino all’esperienza diretta dei loro lettori coevi e a quella delle
generazioni future. N. B. Questo libro è stato citato e recensito da John R. Roberts nel
volume John Donne: An
Annotated Bibliography of Modern
Criticism, 1996-2012 (DigitalDonne: The Online Variourum,
USA, c2017); e da Yaakov A. Mascetti nel John Donne
Journal, (32) 2013, 221-224. |
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Scheda
bibliografica
Formato libro: 25,6 (h) x 18,5 (l) x 4,4 (p) Copertina a
colori, semirigida, lucida con aletta ISBN 978-88-901779-3-4
(Paper Book) DOI
10.97888901779/34 ISBN 979-12-80367-04-4
(eBook) DOI
10.9791280367/044 |
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- I Cavalier poets.
Un’inedita raccolta di composizioni poetiche scritte da
B. Jonson, T. Carew,
S. Godolphin, R. Herrick,
R. Lovelace e J. Suckling; con testo a fronte,
note esplicative e un saggio critico. |
- La dama di maggio e i sonetti giovanili (Certaine Sonnets) di Philip
Sidney. Questo libro offre un’edizione critica del primo dramma pastorale in
prosa della letteratura inglese, che Sidney compose in omaggio alla
regina Elisabetta, e la prima raccolta delle sue poesie pubblicate come “sundry new additions” insieme
ad Astrophil and Stella nel 1591. Si tratta di trentadue componimenti composti in forma di sonetti, liriche, canzoni, etc.: non solo sonetti, dunque,
come vorrebbe fare intendere il titolo, ma ben di più! |
- Il lamento di una
innamorata di William Shakespeare. |
- Pamfilia al suo Amfilanto di Lady Mary Wroth, l’unica sonnet sequence d’amore del Rinascimento inglese scritta da una
donna, pubblicata nel 1621 all’interno dell’opera maggiore della scrittrice,
cioè Urania. I 48 sonetti che ne
fanno parte contribuirono ad accrescere la sua fama di donna emancipata e
controcorrente, poiché parlavano della storia d’amore di Pamfilia
e del suo amante ramingo e avventuriero, a cui non voleva rinunciare. La pubblicazione di quest’opera e la sua immediata diffusione
suscitarono un enorme scandalo,
perché fu considerata (non senza qualche giustificazione) un roman à clef,
cioè una storia che parlava di fatti veri, mantenendo una facciata di
finzione letteraria. |
- I poeti metafisici inglesi. Un’antologia
letteraria con i testi delle più belle poesie della Scuola
metafisica inglese scritte da E. Benlowes,
J. Cleveland, A. Cowley, R. Crashaw,
J. Donne, G. Herbert, Herbert of Cherbury, H. King,
A. Marvell, T. Traherne e H. Vaughan;
con testo a fronte, note esplicative e un saggio critico. |
- I quattro inni e il canto
nuziale di Edmund Spenser. Questa pubblicazione propone per la prima volta in ambito
italiano la traduzione dei quattro inni composti da Spenser
in età matura sotto l’influenza del Neoplatonismo - ovvero An Hymne in Honour of Love, An
Hymne in Honour of Beautie, An Hymne in Honour of Heavenly Love e An
Hymne in Honour of Heavenly Beautie - e in più
il Prothalamion, or a Spousal
Verse, pubblicato nel 1596, tre anni prima della sua morte. |
“Questa è la parte più bella di tutta la
letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali,
e che non sei solo, né isolato da nessuno”, Francis Scott
Fitzgerald