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Poesia del trauma, poesia del fango La medicina psichiatrica dall’età vittoriana alla Grande guerra: un cambio di paradigma Vol. 1 |
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Paper
Book → 28,00 Euro 15% di sconto
con pre-pagamento → 24,00
Euro ********************************************** eBook
(pdf) → 22,00 Euro ********************************************** Vincitore del premio letterario internazionale Salvatore
Quasimodo - assegnato alla Sezione “Saggio critico”, Edizione 2023 Vincitore assoluto del premio letterario internazionale Charles
Dickens - assegnato alla Sezione “Saggio critico”, Edizione 2023 |
Sinossi È noto come
all’interno dei sistemi dualistici di linguaggio e rappresentazione le donne
siano state collocate storicamente dalla parte dell’irrazionalità, del
silenzio, della natura e del corpo, mentre gli uomini dalla parte della
ragione, del discorso, della cultura e della mente. Nel periodo vittoriano
l’asimmetria e lo sbilanciamento, che emergono nella rappresentazione di
genere fra uomo e donna, furono sensibilmente radicalizzati rispetto ai
secoli passati, come dimostrano i modelli educativi impartiti a scuola e in
famiglia e l’inasprimento delle regole sociali e comportamentali, improntate
a un rigido e austero moralismo, a principi di perbenismo di pura facciata; regole
e modelli che rimasero pressoché immutati nella società inglese fino al
deflagrare della Grande guerra. In un contesto sociale e culturale dove la
mentalità maschilista imperava e non c’era spazio per le donne, non è
difficile immaginare come le malattie neurologiche e psichiatriche fossero
non solo diffusissime, ma anche terreno di scontri sociali fra i sostenitori
delle correnti di pensiero più conservatrici e le emergenti forze femministe,
che difendevano la posizione della donna-oggetto, sfruttata e vilipesa
dall’uomo-padrone. Questo potere autoritario, dominante e incontestabile,
metteva nel contempo in luce il grande paradosso di una nazione conservatrice
e misogina, che aveva come simbolo ed espressione più alta di potere politico
proprio una donna, la regina. Fu il fragoroso clamore della Grande Guerra a
far crollare il castello di carte di un costrutto storico, basato su
pretestuose e inattaccabili teorie scientifiche che consideravano le malattie
psichiatriche una prerogativa esclusiva dell’universo femminile, uno stigma
misterioso, riconducibile a un’oscura causa genetica, che trovava nella
natura stessa delle donne la sua ragion d’essere. Ciò contribuì a smantellare
tutti i pregiudizi e le convinzioni sociali, che avallavano la superiorità fisica
e intellettuale dell’uomo sulla donna. Esposto alla più feroce e violenta
manifestazione dell’irrazionalità umana, anche l’uomo dovette però arrendersi
molto presto dinanzi all’evidenza dei fatti e all’imperscrutabile, insensata
logica di una guerra che non aveva precedenti simili quanto a ferocia e ad
estensione geografica, e soccombere sotto il suo peso, mostrando per la prima
volta in modo eclatante i limiti e la fragilità di quella millantata solidità
psicologica e caratteriale di cui per secoli si era fatto vanto. La strenua
resistenza delle istituzioni politiche e militari ad accettare quanto stava
accadendo ai soldati sui campi di battaglia rappresenta l’ultimo immane
tentativo di salvaguardare il concetto di integrità mentale maschile, come dimostrano
i numerosi reports scientifici e
militari del tempo, che, pur di respingere lo spettro delle malattie mentali
femminili come termine di paragone per spiegare le condizioni di cedimento
fisico e psicologico dei soldati, adottarono un neologismo - shell shock - per descrivere il nuovo
fenomeno che stava dilagando fra le truppe militari, e per identificare la
causa del loro trauma nell’esplosione degli ordini bellici, nell’uso abnorme
e dannoso delle nuove armi, e nella modalità con cui i combattimenti furono
condotti nel corso del quinquennio. Il fallimento di tale sforzo fu palesato
però dalla reazione sociale agli esiti devastanti della guerra: i soldati shell-shocked,
tornati in patria, divennero una vergogna per la società, per anni furono
umiliati dallo sguardo pregiudiziale e intollerante dei benpensanti, e senza
avere alcuna colpa personale dovettero portare addosso per il resto della
loro vita lo stigma di un’invalidità sgradita ai più – segno evidente della
limitazione culturale di una nazione che faticava ad uscire da un
conservatorismo immobile e permeante. Sarà solo il tempo a dare voce a quei
soldati, le cui memorie sono giunte fino a noi, contenute in innumerevoli
pagine scritte nel fango delle trincee. Scheda bibliografica
Formato libro: 25,6 (h) x
18,5 (l) x 2,2 (p) Copertina a
colori, semirigida, lucida con aletta e Segnalibro ISBN 978-88-940614-5-1 (Paper Book) DOI
10.97888940614/51 ISBN 978-88-940614-7-5 (eBook) DOI
10.97888940614/75 Look inside Sommario Introduzione Start reading |
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- I Cavalier poets. Un’inedita raccolta di
composizioni poetiche scritte da B. Jonson, T. Carew,
S. Godolphin, R. Herrick,
R. Lovelace e J. Suckling; con testo a fronte,
note esplicative e un saggio critico. |
- La
dama di maggio e i sonetti giovanili (Certaine Sonnets) di
Philip Sidney. Questo libro offre un’edizione critica del primo dramma pastorale in prosa della letteratura inglese,
che Sidney compose in
omaggio alla regina Elisabetta, e la prima
raccolta delle sue poesie pubblicate come “sundry
new additions” insieme ad Astrophil and Stella nel 1591. Si tratta di trentadue componimenti composti in forma di sonetti, liriche, canzoni, etc.: non solo sonetti, dunque, come vorrebbe fare intendere
il titolo, ma ben di più! |
- Il lamento di una
innamorata di William Shakespeare. |
- Pamfilia al suo Amfilanto di Lady Mary Wroth, l’unica sonnet sequence d’amore
del Rinascimento inglese scritta da una donna, pubblicata nel 1621
all’interno dell’opera maggiore della scrittrice, cioè Urania. I 48 sonetti che ne fanno parte contribuirono ad
accrescere la sua fama di donna emancipata e controcorrente, poiché parlavano
della storia d’amore di Pamfilia e del suo amante
ramingo e avventuriero, a cui non voleva rinunciare. La pubblicazione di quest’opera e la sua immediata diffusione suscitarono un enorme scandalo, perché fu
considerata (non senza qualche giustificazione) un roman à clef, cioè una storia che parlava di
fatti veri, mantenendo una facciata di finzione letteraria. |
- I poeti
metafisici inglesi. Un’antologia letteraria con i testi delle
più belle poesie della Scuola metafisica inglese scritte da E.
Benlowes, J. Cleveland, A. Cowley,
R. Crashaw, J. Donne, G. Herbert, Herbert of Cherbury, H. King, A. Marvell,
T. Traherne e H. Vaughan; con testo a
fronte, note esplicative e un saggio critico. |
- I quattro inni e
il canto nuziale di Edmund Spenser. Questa pubblicazione propone per la prima volta in ambito
italiano la traduzione dei quattro inni composti da Spenser
in età matura sotto l’influenza del Neoplatonismo - ovvero An Hymne in Honour of Love, An
Hymne in Honour of Beautie, An Hymne in Honour of Heavenly Love e An
Hymne in Honour of Heavenly Beautie - e in più
il Prothalamion, or a Spousal
Verse, pubblicato nel 1596, tre anni prima della sua morte. |
“Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che
i tuoi desideri sono desideri universali,
e che non sei solo,
né isolato da nessuno”, Francis Scott Fitzgerald