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Poesia del trauma, poesia del fango

La medicina psichiatrica dall’età vittoriana

alla Grande guerra: un cambio di paradigma  Vol. 1

 
di Marcello Corrente e Silvia Carrara

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Vincitore del premio letterario

internazionale

Salvatore Quasimodo -

assegnato alla Sezione

“Saggio critico”, Edizione 2023

 

Vincitore assoluto del premio letterario

internazionale Charles Dickens -

assegnato alla Sezione

“Saggio critico”, Edizione 2023

 

 

Sinossi

 

È noto come all’interno dei sistemi dualistici di linguaggio e rappresentazione le donne siano state collocate storicamente dalla parte dell’irrazionalità, del silenzio, della natura e del corpo, mentre gli uomini dalla parte della ragione, del discorso, della cultura e della mente. Nel periodo vittoriano l’asimmetria e lo sbilanciamento, che emergono nella rappresentazione di genere fra uomo e donna, furono sensibilmente radicalizzati rispetto ai secoli passati, come dimostrano i modelli educativi impartiti a scuola e in famiglia e l’inasprimento delle regole sociali e comportamentali, improntate a un rigido e austero moralismo, a principi di perbenismo di pura facciata; regole e modelli che rimasero pressoché immutati nella società inglese fino al deflagrare della Grande guerra. In un contesto sociale e culturale dove la mentalità maschilista imperava e non c’era spazio per le donne, non è difficile immaginare come le malattie neurologiche e psichiatriche fossero non solo diffusissime, ma anche terreno di scontri sociali fra i sostenitori delle correnti di pensiero più conservatrici e le emergenti forze femministe, che difendevano la posizione della donna-oggetto, sfruttata e vilipesa dall’uomo-padrone. Questo potere autoritario, dominante e incontestabile, metteva nel contempo in luce il grande paradosso di una nazione conservatrice e misogina, che aveva come simbolo ed espressione più alta di potere politico proprio una donna, la regina. Fu il fragoroso clamore della Grande Guerra a far crollare il castello di carte di un costrutto storico, basato su pretestuose e inattaccabili teorie scientifiche che consideravano le malattie psichiatriche una prerogativa esclusiva dell’universo femminile, uno stigma misterioso, riconducibile a un’oscura causa genetica, che trovava nella natura stessa delle donne la sua ragion d’essere. Ciò contribuì a smantellare tutti i pregiudizi e le convinzioni sociali, che avallavano la superiorità fisica e intellettuale dell’uomo sulla donna. Esposto alla più feroce e violenta manifestazione dell’irrazionalità umana, anche l’uomo dovette però arrendersi molto presto dinanzi all’evidenza dei fatti e all’imperscrutabile, insensata logica di una guerra che non aveva precedenti simili quanto a ferocia e ad estensione geografica, e soccombere sotto il suo peso, mostrando per la prima volta in modo eclatante i limiti e la fragilità di quella millantata solidità psicologica e caratteriale di cui per secoli si era fatto vanto. La strenua resistenza delle istituzioni politiche e militari ad accettare quanto stava accadendo ai soldati sui campi di battaglia rappresenta l’ultimo immane tentativo di salvaguardare il concetto di integrità mentale maschile, come dimostrano i numerosi reports scientifici e militari del tempo, che, pur di respingere lo spettro delle malattie mentali femminili come termine di paragone per spiegare le condizioni di cedimento fisico e psicologico dei soldati, adottarono un neologismo - shell shock - per descrivere il nuovo fenomeno che stava dilagando fra le truppe militari, e per identificare la causa del loro trauma nell’esplosione degli ordini bellici, nell’uso abnorme e dannoso delle nuove armi, e nella modalità con cui i combattimenti furono condotti nel corso del quinquennio. Il fallimento di tale sforzo fu palesato però dalla reazione sociale agli esiti devastanti della guerra: i soldati shell-shocked, tornati in patria, divennero una vergogna per la società, per anni furono umiliati dallo sguardo pregiudiziale e intollerante dei benpensanti, e senza avere alcuna colpa personale dovettero portare addosso per il resto della loro vita lo stigma di un’invalidità sgradita ai più – segno evidente della limitazione culturale di una nazione che faticava ad uscire da un conservatorismo immobile e permeante. Sarà solo il tempo a dare voce a quei soldati, le cui memorie sono giunte fino a noi, contenute in innumerevoli pagine scritte nel fango delle trincee.

 

Scheda bibliografica


Poesia del trauma, poesia del fango. La medicina psichiatrica dall’età vittoriana alla Grande guerra : un cambio di paradigma / Marcello Corrente e Silvia Carrara. - Gorgonzola (MI): La quercia fiorita, 2021. - X, 390 p. : 150 ill. ; 25 cm. - (Literary studies and intercultural perspectives; 6)

          

Formato libro: 25,6 (h) x 18,5 (l) x 2,2 (p)

Copertina a colori, semirigida, lucida con aletta e Segnalibro

ISBN   978-88-940614-5-1    (Paper Book)

DOI     10.97888940614/51    

ISBN   978-88-940614-7-5   (eBook)

DOI     10.97888940614/75

 

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In prossima uscita
 

- I Cavalier poets. Un’inedita raccolta di composizioni poetiche scritte da B. Jonson,  T.  Carew, S. Godolphin, R. Herrick, R. Lovelace e J. Suckling; con testo a fronte, note esplicative e un saggio critico.

- La dama di maggio e i sonetti giovanili (Certaine Sonnets) di Philip Sidney. Questo libro offre un’edizione critica del primo dramma pastorale in prosa della letteratura inglese, che Sidney compose in omaggio alla regina Elisabetta, e la prima raccolta delle sue poesie pubblicate come “sundry new additions” insieme ad Astrophil and Stella nel 1591. Si tratta di trentadue componimenti composti in forma di sonetti, liriche, canzoni, etc.: non solo sonetti, dunque, come vorrebbe fare intendere il titolo, ma ben di più!

- Il lamento di una innamorata di William Shakespeare.

- Pamfilia al suo Amfilanto di Lady Mary Wroth, l’unica sonnet sequence d’amore del Rinascimento inglese scritta da una donna, pubblicata nel 1621 all’interno dell’opera maggiore della scrittrice, cioè Urania. I 48 sonetti che ne fanno parte contribuirono ad accrescere la sua fama di donna emancipata e controcorrente, poiché parlavano della storia d’amore di Pamfilia e del suo amante ramingo e avventuriero, a cui non voleva rinunciare. La pubblicazione di quest’opera e la sua immediata diffusione suscitarono un enorme scandalo, perché fu considerata (non senza qualche giustificazione) un roman à clef, cioè una storia che parlava di fatti veri, mantenendo una facciata di finzione letteraria.

- I poeti metafisici inglesi. Un’antologia letteraria  con i testi  delle più belle poesie della Scuola metafisica inglese scritte  da E. Benlowes, J. Cleveland, A. Cowley, R. Crashaw, J. Donne, G. Herbert, Herbert of Cherbury, H. King, A. Marvell, T. Traherne e H. Vaughan; con testo a fronte, note esplicative e un saggio critico.

- I quattro inni e il canto nuziale di Edmund Spenser. Questa pubblicazione propone per la prima volta in ambito italiano la traduzione dei quattro inni composti da Spenser in età matura sotto l’influenza del Neoplatonismo - ovvero An Hymne in Honour of Love, An Hymne in Honour of Beautie, An Hymne in Honour of Heavenly Love e An Hymne in Honour of Heavenly Beautie - e in più il Prothalamion, or a Spousal Verse, pubblicato nel 1596, tre anni prima della sua morte.

 


“Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali,

e che non sei solo, né isolato da nessuno”, Francis Scott Fitzgerald

 


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